mercoledì 12 settembre 2007

L'etichetta e l'ignoto

La mente umana rifugge ciò che è incomprensibile. Da sempre. E questa non è una novità, mi è però necessaria per spiegare qualcosa che sto osservando da tempo, e solo ora mi è venuta voglia di scriverci qualcosa. Spero mi perdonerete il mio scrivere "colloquiale"(anche perché in altro modo non so scrivere).

La mente umana rifugge ciò che le è incomprensibile, perché è nella natura umana temere l'incomprensibile. Ciò che è ignoto fa venire immancabilmente alla mente il buio, e il buio è un enorme contenitore di paure, ansie, terrori e angoscia, proprio perché nel buio nulla si vede. Sembra banale leggerlo, ma quando accade un fenomeno di avvicinamento "a ciò che non capiamo", è facilissimo provare un leggero senso di disagio. Per iniziare.

Per risolvere (o arginare?) questo problema, la mente umana ricorre all'etichetta. l'etichettatura è il più semplice quanto immediato sistema per distinguere "una cosa da un'altra", per descriverla, definirla, indicarla. Se ad esempio vedo un ombrellone aperto, chiamandolo in tal modo potrò descriverlo meglio e distinguerlo quindi dagli ombrelloni chiusi, se questo non basta, cercherò altri connotati, altri elementi dell'ombrellone chiuso per descriverlo e "isolarlo" ancora meglio.

Isolare. Etichettare qualcosa prima ancora che utile a comprenderla serve a ISOLARLA.

Il fenomeno di cui parlo, l'ho provato diverse volte sulla mia pelle, e forse anche per questo ho imparato a comprenderlo, anche se non penso di essere in grado di descriverlo come si deve.

Marco Travaglio è in assoluto uno dei giornalisti che più ammiro. Posso confessare senza vergogna, che i suoi articoli e i suoi libri, hanno aperto i miei occhi su molte cose e molti fenomeni dell'Italia in cui vivo, che prima non comprendevo o "prendevo sottobraccio".

Marco Travaglio è un superbo cronista di giudiziaria che ha scritto libri che meritano di essere letti. Marco Travaglio, al contrario di "pusillanimi" che si vedono spesso in tv, è VERAMENTE UN GIORNALISTA SCOMODO.

Alcuni giorni fa, navigando su YouTube ho trovato questo video,

In cui un ospite della trasmissione diretta da uno che mi è sembrato Antonio Polito(ma non ne son sicuro), ad un tratto per dissentire dalla sola presenza di Marco Travaglio, usa il termine "Travaglismi", più o meno dicendo "io non approvo questi TRAVAGLISMI".

Pensate, Marco Travaglio è scomodo per i servizi, articoli, reportage e libri che redige, e ora i "furbetti del quartierone" con servetti al seguito hanno trovato il modo per "isolarlo" etichettando i suoi scritti e le sue posizioni come "Travaglismo"..............

Ora mi chiedo: ma lo hanno etichettato (pensando MALE d'isolarlo) perché non lo capiscono, o perché ne hanno paura?

Mah......

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