sabato 28 novembre 2009

Alessandra di Gregorio - Analisi della conversazione in chat



Oggi ho voglia di fare il recensore, perciò lo faccio. E desidero consigliarvi l'acquisto di un libro che a me è piaciuto moltissimo. Tanto che continuo a leggerlo, anche dopo averlo terminato. E sapete perché? Perché non è un libro di narrativa, è un manuale (e se non conoscete la differenza, forse è meglio non proseguiate nella lettura di questo blog).
Devo ammettere, che da diverso tempo non mi capitavano tra le mani saggi e/o manuali di un certo livello.
Alla mia età non si riesce a leggere proprio di tutto.
Ad attrarre la mia attenzione ultimamente, è stato questo agilissimo volumetto che parla del mio "pane quotidiano": semiotica e comunicazione.

Analisi della conversazione in chat, in modo chiaro, conciso e diretto, seziona il fenomeno comunicativo telematico e lo illustra sapientemente (a parer mio) al lettore, rispettando una consecutio tematica rara davvero a leggersi in libri che trattano certi argomenti.

L'autrice inizia la trattazione del tema, partendo da un punto cruciale del fenomeno conversazionale, che comprende il confine d'intersezione, tra semiotica, linguistica e psicologia; iniziando cioè da un "gustoso" paragrafo che parla degli studi della linguista R.T. Lakoff, sull'analisi della "cortesia della e nella conversazione" (Lakoff si è occupata anche del sessismo nella comunicazione, ma questo interessa gli studenti di Berkeley, non i lettori di questo libro).
C'è da dire che spesso nel libro, si fa riferimento alla pragmatica làddove si dovrebbe parlare di psicologia cognitiva, ma trovo non sia affatto un errore, visto che persino il cognitivismo post razionalista di Guidano comprende in sè, parti rilevanti della pragmatica. Gli strumenti d'analisi dei fenomeni comunicativi, perciò possono essere attribuiti sia alla prima sia alla seconda materia.
Sia chiaro che non voglio entrare nel merito dell'argomento trattato nel libro - anche se per forza di cose devo riferirmici ogni tanto - vorrei più d'ogni altra cosa parlare del libro. Di una sua particolare sfaccettatura, che è quella che colgo in ogni manuale o saggio che leggo: la sua versatilità nell'essere accessibile ai "non addetti ai lavori", ai profani della materia insomma, considerando la mia estraneità accademica(il mio non essere "certificato" per parlarne insomma) a moltissime materie dello sciibile umano, è naturale che io ne percepisca il peso in primis.

E devo dire in tutta sincerità che il libro di A. di Gregorio, è davvero accessibile a tutti coloro che non hanno competenze in materie come la linguistica, la psicologia cognitiva o la semiotica.
A chi può interessare un libro come questo? Per cominciare, ai genitori che abbiano a cuore il corretto utilizzo dei mezzi di accesso alla rete da parte dei loro figli, ai gestori di siti internet che si occupano di "social-networking"(a questo proposito se fossi il proprietario di un social-network, troverei molto utili i paragrafi da 2.1 a 2.8), a utenti che desiderino comprendere meglio la conversazione in chat per evitare pesanti trasgressioni della netiquette, e per finire a tutte quelle persone - giovani e meno giovani - che per la prima volta si avvicinano al mondo delle chat, e non sanno come funzionano certi processi comunicativi.

In conclusione, se vi fidate di me (cosa di cui dubito ma non perdo mai la speranza), e se fate in tempo a trovarlo in tutte le migliori e intelligenti librerie, acquistatelo. Non ve ne pentirete.
(Ora che ci penso, può essere anche un ottimo regalo di natale...)

mercoledì 18 novembre 2009

Comunicazioni di servizio

Ultimamente scorgo sempre di più - nel mercato discografico in particolar modo - accenni didascalici a titoli di singoli brani o ad interi album, che cominciano con "pioggia di".
Confesso che mi sono lievemente inquietato, quando ho visto in edicola un fumetto di una prestigiosa casa editrice italiana, che recava un titolo principiante con "pioggia di".

Ci tenevo a ricordare ai pochi che conoscono i miei lavori, che PIOGGIA DI IPPOPOTAMI è un titolo depositato, e si tratta di un brano composto da me, con le musiche dei Silencerack, ripreso alla fine degli anni 90 sempre da me, e riarrangiato dai bravissimi musicisti dei MHB.

Non dimenticatelo e diffidate dalle imitazioni. (In ogni caso, per far sbollire gli animi ai copiatori più aggressivi, farebbero "ruolo forte" diverse decine di affettuosi fruitori del brano).


A presto, con nuove interessanti riflessioni da condividere.

Kandran Kane
l'unico al quale non dovete scassare le palle.

P.S.
Normalmente taccio, perché si tratta di episodi già accaduti nella mia vita (lunga!!!). In passato però, ho elargito idee per siti internet o per dissertazioni di laurea o addirittura per manoscritti. In questo caso "qualcuno" ha cercato di "pescare" nel mio "personal lake" senza permesso. E questo potrebbe rischiare di farmi perdere il mio quotidiano buonumore. Ragion per cui, bonariamente metto le mani avanti...

sabato 7 novembre 2009

Che fine ha fatto andreotti?

Ve lo ricordate?
Sì proprio lui. Il divo, giulio, il gobbo e tanti altri soprannomi.

Dove è andato a finire?

Dal giorno in cui ebbe una crisi di "straniamento", durante una trasmissione pomeridiana su canale 5, di lui non si è saputo più nulla.

E' anche vero che l'Italia in questo momento ha un sacco di altri problemi ai quali pensare, ma è veramente strano che il mondo del cosiddetto "gossip" non parli di lui.

Sì... sì proprio così. Me lo sento. Qualcuno obietterà "ma andreotti è vecchio, il gossip si occupa solo di chi è giovane e pieno di voglia di vivere".

Trascurando per un attimo gli imbecilli che rispondono così, io continuo a chiedermi come mai tutto questo rispetto per la privacy di questo signore, e l'assoluta mancanza di rispetto della privacy per altre persone.

Perché? E' una curiosità....

Quindi....

Perché?......