mercoledì 9 marzo 2016

Diluire il dolore degli altri


Condividere il più possibile per diluire la notizia nella mente.


Ricordo ancora vivamente negli anni '80 del XX secolo, la tragica, angosciosa scomparsa di Emanuela Orlandi, la terribile tragedia di Alfredino Rampi. Nomi che oggi pochissime persone ricordano. Perché sono passati 30 anni.

Nei primi anni del XXI secolo morirono 19 carabinieri a Nassirya. Anche di quella tragedia il ricordo è sfumato nella testa della gente, è sfumato gradualmente per lasciare posto a nuovi ricordi.

Si può pensare che il primo decennio del XXI abbia intensificato massivamente la quantità d'informazioni che quotidianamente dai media, raggiungono lettori, telespettatori e ascoltatori.

È anche possibile che il dolore altrui abbia cambiato senso. Sia diventato stemma, sia diventato emblema, medaglietta da apporre a un petto virtuale.


Uno studente italiano è morto, trucidato in Egitto. Da due settimane non se ne parla più.
Ora si parla di Luca Varani, un ragazzo di 23 anni barbaramente ucciso da due suoi presunti amici.

A ogni episodio di cronaca nera corrisponde un'incrementale condivisione di video e di stati e di "tweet". In poco tempo tutti manifestano la loro indignazione pubblicando, condividendo un video. Tutti si sentono scandalizzati. la condivisione virtuale dà la sensazione - che si rivelerà poi effimera - che tutti siano partecipi di quella scabrosità inenarrabile, che tutti per qualche giorno - al sol condividere un video, uno stato, uno scritto, un "tweet" - siano vicini ai parenti delle vittime.

Questo modus operandi dà a chi lo pratica, la sensazione di aver fatto qualcosa di giusto, dà ai parenti delle vittime la sensazione di non sentirsi soli.
Dà ai media la possibilità di calcolare con precisione quando introdurre un nuovo evento. Non dà alla magistratura fiato mediatico. Perché viene enfatizzato il crimine, ma non si dà più seguito a ciò che fanno gli inquirenti. Sherlock Holmes è stato zittito.

I morti sono diventati le nuove emoticon "empatiche" dei social network.
Domani, sarà sufficiente sostituirle con il nuovo delitto del giorno, per sentirsi con l'anima in pace.