Al placido tramonto, il sonno s'affrettò
e mentre io dormivo, il sogno ancora informe
con lampi e altri colori, di chi agitato dorme
infine arrivò chiaro, infine cominciò
E quel che vidi subito
mi fece dire NO
La notte era sincera, e io stavo seduto
al posto che compete chi sa come portare
il luogo era odoroso, di ferro, sale e mare
e io ero già pronto, al turno stando muto
il letto mi adulava
dovetti dirgli NO
E allor salì una donna, incinta e prosperosa
di tante malfatture, di maschi velenosi
con languido squadrare, e occhi cavernosi
la donna chiede posto, e io rispondo in prosa
E quel che le risposi
Fu un secco, stanco NO
E allor salì un vecchietto, cristiano claudicante
col volto avvinazzato, di colpe mai sopite
negli occhi un solo affanno, con pose riverite
mi chiese di sedere, fermo ed esitante
Malgrado le premesse
risposi ancora NO
E allor salì un ciccione, riccastro di sicuro
con modi da insolente e anelli a grasse dita
mi si piazzò davanti, di voce un filo ardita
pretese di sedere e si fece in volto scuro
Ancor più motivato
Stizzito gridai NO
E dopo tutto questo, stanco ed umiliato
di colpo io mi alzai diretto chissàdove
e tutti mi fissarono, incerti sulle nuove
così loro si chiesero, urlando a un solo fiato
Dov'è che va l'autista
dopo aver detto NO?
(Liberamente ispirata da un monologo
di Paolo Rossi)