mercoledì 29 marzo 2017

Le dipendenze. Quando "un tempo non era così"

Un tempo non era così

C'è un certo, non individuabile punto del nostro "continuum psichico", del nostro diario di memorie, in cui cominciamo a "notare" che "prima non eravamo così". 

Succede, quando si è inclini e simpatizzanti per certe dipendenze. Alcool, sostanze stupefacenti di vario tipo, pornografia, puntate della signora in giallo e così via.

Succede. 
Un tempo non era così.
Un tempo mi comportavo in modo diverso.
Un tempo avrei reagito in modo diverso.
Un tempo gli/le sarei saltato addosso.

Sapete. Sappiatelo. Un tempo ragionavo anche io allo stesso modo. Vivere nella convinzione che "un tempo era così" e nella paura "che non sarà più così".

Sarà la famigerata diacronia sociale, sarà l'avvento di bergoglio che gioca a ping pong con il simulacro del cervello di ratzinger... non lo so. Ma ho sempre pensato che le stagioni della vita sono molto diverse dalle stagioni del pianeta in cui si vive. E le stagioni del pianeta in cui si vive, sono diverse dalle stagioni della mente. Queste ultime non hanno orologio, e non si muovono su UNA sola linea spazio-temporale. Si accavallano. Proprio come quando vorremmo strozzare il vecchietto davanti a noi - alla cassa del market - perché conta le monetine con accuratezza, e contemporaneamente ci rendiamo conto che anche lui ha bisogno dei suoi tempi. 

Un tempo è un'unità che la mente concepisce come un granello di sabbia. La mente umana ha tanti tempi. Tempi che si sovrappongono. A volte il primo che "sentiamo" finisce in un attimo in fondo alla fila degli altri, che nel frattempo si sono aggiunti. 

Un tempo - per la mente - può equivalere a 2 secondi prima di "quel tempo".

Oh dimenticavo, non volevo spiegarvi nulla. Mi era solo venuta voglia di raccontarvi ciò che penso quando bevo dozzinale ma saporito scotch. 

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