martedì 28 marzo 2017

Logan: the wolverine. Un film inutile (attenzione spoiler)



LE DELIZIOSE RECENSIONI MARCE DI KANDRAN KANE

Logan: The Wolverine




causes: Dopo molti anni di schiavitù, costretti a fabbricare biscotti della fortuna in gomma, per un ristorante cinese di profilattici natalizi, un gruppo di sceneggiatori - drogati dai fumi dei loro prodotti di fabbrica - riesce a evadere, al caro prezzo di sbattere la testa contro ogni lampione in fila indiana. Un astuto e losco produttore della marvel, in combutta con la sezione "film per bambini non ancora nati", salva il gruppo di sceneggiatori dalla strada e dai lampioni, e - all'insaputa di Stan Lee - li recluta per una sceneggiatura a parer suo realistica, imbonendoli con biscotti della fortuna in legno, dei quali sono ghiotti da sempre.
Trama.
Logan è l'ultimo a sopravvivere a un'epidemia generata da un veleno indotto dagli umani per uccidere i mutanti. Nel tempo libero si dedica a cambiare i pannoloni al professor Xavier, in un unico ritaglio di tempo muore, ma fà in tempo a salvare i ragazzi dell'isola che non c'è. Xavier e Calibano muoiono. 
Straziante (nella mente del losco produttore), il momento in cui uno dei ragazzi dell'isola che non c'è, piega la croce per farla sembrare una X sulla tomba di wolverine.

Intreccio.
Wolverine zoppica, perché nel titolo lo hanno chiamato THE WOLVERINE, per distinguerlo dagli altri inesistenti wolverine (tranne che nella mente del losco produttore).

Fabula
Wolverine, Xavier e Calibano, DOVREBBERO essere degli X-Man, ma il losco produttore ha visto troppi film di registi italiani rincoglioniti, e perciò vuole rattristare tutti con decessi improbabili e inutilmente rattristanti, con il solo risultato di rendere un film supereroistico, una pellicola di un film polacco diretto e sceneggiato dai cadaveri redivivi di sharon e andreotti.

Conclusioni.
Hugh Jackman, perché non ti sei fatto la barba?
E tu... anzi voi.... voi Sir Patrick Stewart... per voi non ho parole....
No non è vero, voi siete divino qualsiasi cosa facciate. Ciò che mi ha irritato, è stato proprio l'insinuarsi nella mia mente - dell'immagine - di un Professor Xavier debilitato da una sorta di demenza telepatica. Ci siete riuscito.

A tutti voi che della narrativa fumettistica non capite un cazzo. 
I supereroi non hanno bisogno della vostra schifosa realtà. Non provateci mai più a portarli in questo mondo. Stanno bene làddove i supereroi non muoiono mai.
Perché i supereroi sono nati per non morire, sono nati per insegnarci il Nietzscheano divenire.

Schifo e disprezzo. 
(ed è solo l'inizio)

Ps
Questa è la versione poetica della recensione. Quella acida non han voluto farmela pubblicare.

Nessun commento: