mercoledì 20 maggio 2009

Perché io sembrassi ciò che non ero

Mi tornano in mente i patimenti di Fogazzaro. Con il suo piccolo mondo antico, poi il piccolo mondo moderno, poi il santo, fece tanto di quel casino nel mondo cattolico, da riportare in auge e in uso, le spie. Incaricate di controllare libri, parole, opere e omissioni, come accade ne "i giorni del condor".

A me la chiesa fece proprio questo in tenera età, approfittando di ogni giovane che circolasse nelle mie vicinanze. Loro non erano spie volontarie. Ma il prete sapeva quali domande fare, e visto che le risposte non gli piacevano, allora ne creava di nuove.
Perché io sembrassi ciò che non ero.........................

Wow!!!
Un titolo per un nuovo scritto. In ricordo di Prevert (o quasi!)

Perché io sembrassi ciò che non ero.

Deste mie foto ai ciechi del borgo
di quando il mio volto di rabbia foriero
nomava la rabbia eruttante da un gorgo
perché io sembrassi ciò che non ero

Urlaste solenni alle trombe dei sordi
sfidando le vie d'ogni égro pensiero
sperando in futuri e viscidi accordi
perché io sembrassi ciò che non ero

al pari di vedove solari e bigotte
alle mie spalle tramaste davvero
temendo filippiche e placide botte
perché io sembrassi ciò che non ero


Io son quel che sono da tempo scandito
forgiatelo in testa in marmo scolpito
lunga è la vita e arduo il sentiero
giammai io sarò ciò che non ero.

(Perché io sembrassi ciò che non ero - 2009 collezione privata)

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